La montagna plasma le persone.

George Michael Sinclair Kennedy disse “Ogni paesaggio di montagna ha la sua storia: quella che leggiamo, quella che sogniamo, e quella che creiamo”.

È ciò che abbiamo sognato a lungo, il frutto di anni di lavoro nella nostra montagna  la realizzazione dell’agriturismo.

Papà Renato è l’ultima persona nata qui, in contrada,  proprio nella casa in centro diciamo noi “in corte” da nonna Maria e nonno Mario,  che lavoravano i terrazzamenti del Toraro fin da quando il bisnonno si è trasferito dai Busati Mori, una contrada ancora più in alto per sposarsi in una zona più ricca e mite.

Quando papà Renato e mamma Marina si sono sposati nel 1980, al posto della loro casa c’era il vecchio caseificio della contrada. Lì faceva il formaggio per tutti “el casaro”, ossia Guido. Tutte le mattine le donne della contrada conferivano il latte, più o meno agilmente date le condizioni d’inverno: il latte alcune volte correva lungo la strada perché si andava a gambe all’aria!

Dopo la dismissione di molte stalle, la casa è passata a loro che con molta passione hanno sistemato, modificato e creato la loro dimora. Negli anni è cambiata molto, ospitando dapprima la loro famiglia, con due vivaci piccole pesti, poi l’agriturismo.

È stato un lungo percorso: la vita in montagna non è semplice. Dalla neve straordinaria arrivata qualche anno fa fino oltre un metro, alle ghiacciate improvvise di quest’anno, la produzione fatica ad arrivare. Abbiamo sempre creduto che ciò che daremmo alla  nostra famiglia lo offriremo anche agli ospiti che accoglieremo.

Per questo la nostra produzione è totalmente naturale. Non utilizziamo fertilizzanti o trattamenti chimici sui raccolti, complice anche il clima fresco della nostra valle che riduce la presenza di infestanti. Le nostre galline vivono all\’aperto e i conigli mangiano fieno e cereali.

Alleviamo i nostri animali e coltiviamo la terra con  metodi antichi, non per forzarne la produzione, ma per trarre da essi quanto possono dare.

Soraya Valentina Busato